La Fondazione d’Arte Erich Lindenberg dedica una mostra a Reto Rigassi (1951), artista originario della Val Calanca che vive e lavora in Ticino. Conosciuto per le sue installazioni, una forma unica e originale di Land Art che pone l’uomo di fronte alla natura e al cosmo, Rigassi si cimenta ora in una nuova sfida concepita ad hoc per gli spazi di Villa Pia: un ritorno al colore e un dialogo con Lindenberg.
I suoi viaggi esplorativi alla ricerca di luoghi che lo affascinano, sia per la morfologia del territorio, sia perché intrisi di rilevanti vicende storiche, lo portano a sondare le tecniche più disparate per creare immagini evocative che risvegliano memorie ataviche. Le sue opere, ricche di riferimenti, colpiscono per la raffinatezza nella scelta dei materiali, alcuni dei quali particolarmente frangibili come la carta giapponese, i cianotipi, i disegni, la fotografia o comunque la carta fotosensibile, le foglie e la cera, che inducono una vera e propria folgorazione connettendosi alla simbologia del cruento tema trattato.
Ed è proprio il tema bellico che introduce il collegamento tra l’opera di Rigassi e quella di Lindenberg. Emerge in Lindenberg una sensibilità affine a Rigassi nella proposta di soggetti tragici che hanno segnato la storia, con la contrastante grazia ed eleganza legata all’oggetto dell’opera d’arte in sé. Per la loro affinità nell’approccio all’uomo, alla natura e al cosmo, una verticale dove il primo elemento presente in natura combacia con l’ultimo, quello concettuale, sembra che i due artisti siano in grado di interpretare nella sua massima sintesi il concetto del sublime, dove l’opera deve non svelare, bensì ri-velare, mostrare e insieme nascondere, quell’invisibile al quale l’immagine rimanda.
L’esposizione, aperta fino al 13 marzo 2016, presenta una selezione di opere che permettono di ripercorrere lo straordinario percorso artistico di Reto Rigassi.
La Fondazione d’Arte Erich Lindenberg dedica una mostra a Reto Rigassi (1951), artista originario della Val Calanca che vive e lavora in Ticino. Conosciuto per le sue installazioni, una forma unica e originale di Land Art che pone l’uomo di fronte alla natura e al cosmo, Rigassi si cimenta ora in una nuova sfida concepita ad hoc per gli spazi di Villa Pia: un ritorno al colore e un dialogo con Lindenberg.
I suoi viaggi esplorativi alla ricerca di luoghi che lo affascinano, sia per la morfologia del territorio, sia perché intrisi di rilevanti vicende storiche, lo portano a sondare le tecniche più disparate per creare immagini evocative che risvegliano memorie ataviche. Le sue opere, ricche di riferimenti, colpiscono per la raffinatezza nella scelta dei materiali, alcuni dei quali particolarmente frangibili come la carta giapponese, i cianotipi, i disegni, la fotografia o comunque la carta fotosensibile, le foglie e la cera, che inducono una vera e propria folgorazione connettendosi alla simbologia del cruento tema trattato.
Ed è proprio il tema bellico che introduce il collegamento tra l’opera di Rigassi e quella di Lindenberg. Emerge in Lindenberg una sensibilità affine a Rigassi nella proposta di soggetti tragici che hanno segnato la storia, con la contrastante grazia ed eleganza legata all’oggetto dell’opera d’arte in sé. Per la loro affinità nell’approccio all’uomo, alla natura e al cosmo, una verticale dove il primo elemento presente in natura combacia con l’ultimo, quello concettuale, sembra che i due artisti siano in grado di interpretare nella sua massima sintesi il concetto del sublime, dove l’opera deve non svelare, bensì ri-velare, mostrare e insieme nascondere, quell’invisibile al quale l’immagine rimanda.
L’esposizione, aperta fino al 13 marzo 2016, presenta una selezione di opere che permettono di ripercorrere lo straordinario percorso artistico di Reto Rigassi.
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